Il Metodo 8D nasce dal mondo militare degli Stati Uniti ed è legato ad una specifica militare, per la precisione alla Military Standard 1520.

Questa norma è stata emessa nel 1974, revisionata nel 1986 ed infine eliminata nel 1996.

Pur non essendo più una norma attiva, i suoi contenuti erano noti in Ford che nel 1987 ha creato un documento chiamato Team Oriented Problem Solving.

Nasce quindi il Metodo 8D che è un metodo di problem solving formato da 8 fasi principali (la D sta Discipline) che hanno una sequenza logica ed è un must nel mondo automotive.

A fronte di un reclamo, infatti, praticamente tutte le aziende del mondo automotive chiedono ai loro fornitori di dare evidenza della gestione della non conformità tramite la compilazione di un 8D report e sempre più spesso viene chiesta la compilazione sui portali dei clienti; in questo modo si viene valutati sia per il contenuto che per le tempistiche di risposta.

A volte, magari per la bassa consapevolezza sullo strumento, si identifica erroneamente l’8D come il documento da compilare (magari anche in modo sommario e senza impegno) da mandare al cliente così è contento e non stressa con altre richieste.

L’approccio corretto è un altro: il Metodo 8D è uno strumento utile per il problem solving, non è una semplice “documento”.

Inoltre, partendo dall’automotive, sono sempre maggiori i settori industriali in cui i clienti ne chiedono l’utilizzo ai loro fornitori; possiamo ormai definirlo un protocollo standard dei sistemi qualità più evoluti.

Prima di entrare nel vivo delle 8 fasi del metodo mi fermo su un aspetto importante: la differenza fra azione correttiva e quella di contenimento.

L’azione correttiva infatti è quella azione il cui obiettivo è l’eliminazione della causa che ha creato il problema. 

L’azione di contenimento oppure di “tamponamento” oppure ad interim, in pratica è quella azione che di per sé non risolve il problema ma è utile per limitare gli effetti del problema.

Facciamo un esempio considerando una azienda manifatturiera che ha ricevuto un reclamo da un cliente perché alcuni dei suoi prodotti non sono conformi.

L’azienda potrebbe decidere di riparare i prodotti che in questo modo tornano conformi.

Ti faccio una domanda, la riparazione è una vera azione correttiva?

La risposta è NO, perché la riparazione non agisce direttamente sulla causa del problema.

La riparazione del prodotto è invece una azione di contenimento perché va a ridurre gli effetti del problema; questa è certamente un’ottima cosa ma non è risolutiva del problema in sé.

Per avviare una azione correttiva dovremo quindi prima studiare la situazione, capire la causa che ha originato il problema e poi avviare un’azione che la elimini.

Pensa se ad esempio i prodotti siano diventati difettosi per una impostazione sbagliata dell’impianto di produzione. Con la riparazione dei prodotti, il cliente che ha reclamato tornerà soddisfatto ma finché l’azienda non sistema l’impostazione dell’impianto tutte le produzioni successive probabilmente continueranno ad essere non conformi.

Ti propongo questo breve video in cui sono presentate le attività del Metodo 8D.

Mi piace sottolineare che la prima e l’ultima hanno una parola chiave in comune: team.

Non si tratta di un caso, il problem solving efficace si affronta in team.

Buon problem solving!

Massimiliano

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